L’estensione della Consultazione Partecipata: una testimonianza

di Francesca Di Cesare

Nell’aprile del 2015 Barbara Friia mi metteva tra le mani Riflessioni sulla consultazione infantile partecipata ai genitori (2013) durante uno degli incontri di discussione di gruppo con gli educatori delle due comunità della cooperativa “Reverie”. Ho partecipato a quegli incontri mensili per tre anni, finché non ho cambiato servizio. E nel corso di quei tre anni ho continuato a leggere gli scritti di Dina: interventi a conferenze e convegni, articoli, libri.

L’occasione di approfondire il suo pensiero me la ha fornita, poi, la Tesi di Laurea in Scienze dell’Educazione, che ho scelto di scrivere proprio sulla estensione della CP agli incontri genitori-figli nelle comunità educative. Scrivere quella tesi ha anche significato per me srotolare il fil rouge del mio percorso di studio e fornirne una sintesi che fosse al contempo punto di arrivo e integrazione: dalla filosofia alla psicologia alla pratica educativa [1].

Ho iniziato ad applicare il metodo della estensione della CP sotto la guida e grazie al supporto di Barbara Friia. A partire dall’inverno del 2018, però, ho dovuto proseguire da sola. Come dicevo poco sopra, dopo tre anni ho deciso di cambiare servizio, passando a lavorare per una Tutela Minori. Lì ho sperimentato la estensione nel contesto dello Spazio Neutro, inizialmente in solitudine. Finché Marco Macciò e Cinzia Chiappini, insieme a Barbara Friia, mi hanno fornito la (fortunata) possibilità di raccontare la mia esperienza, tematizzarla, analizzarla, discuterla e, infine, formalizzarla.

La CP, infatti, se opportunamente “estesa” [2], ha potenzialità enormi anche in campo pedagogico. Nei contesti educativi, la estensione della CP si rivela preziosa nei servizi e negli interventi dove l’oggetto del lavoro è la relazione tra genitori e figli. Ma anche, più in generale, ovunque occorra facilitare la comunicazione e l’interazione tra genitori e figli [3]. Personalmente, nei quasi sei anni in cui l’ho sperimentato, questo metodo non ha mai cessato di sorprendermi per la sua potenza. Tuttavia, ciò per cui gli sono più riconoscente è di avermi permesso di orientarmi e ri-orientarmi nel labirinto di situazioni complesse e confuse.

Per questo motivo, il mio sogno, e quindi il mio impegno, professionale è che l’estensione della CP possa venire sempre più conosciuta anche tra gli educatori professionali. Sono certa che, per ogni educatore che scegliesse di appropriarsi di questo metodo, avremmo una persona meglio in grado di affrontare le sfide che la società attuale pone alle professioni del sociale. Sono certa che, prima guidato e poi supportato, ogni educatore potrebbe trovare in questo metodo quello che ci ho trovato io: una bussola e un baricentro.


[1] Nonostante io non abbia fatto altro mestiere che quello di educatrice, mi sono laureata prima in Filosofia (2009), poi in Psicologia (2015) e solo alla fine in Scienze dell’educazione (2019).

[2] “Estensione” è il termine scelto da Dina stessa.

[3] Specifico ciò perché negli ultimi mesi, supervisionata da Barbara Friia, sto sperimentando la estensione negli interventi domiciliari, nell’ambito della libera professione.

 

Francesca Di Cesare
Educatrice professionale socio-pedagogica, si occupa di infanzia, adolescenza e genitorialità. Svolge inoltre attività di formazione e consulenza.
Simpatizzante dell’Associazione, utilizza da anni con profitto la estensione della CP nella sua pratica educativa.
Studio privato: Casteggio e Aosta.
info@lapreposizioneeducativa.com

 
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Spazio neutro e Consultazione partecipata: un incontro possibile